Ramzy Baroud: IL LATO OSCURO DELL’ATTIVISMO DA TASTIERA
Di Ramzy Baroud
(…)
L’impegno umanitario non è un’opportunità per fare delle foto; non è una vacanza; non è un’avventura; non è un modo per scaricare la tensione o per sconfiggere il senso di colpa; non dovrebbe essere un’espressione di egemonia culturale, né tantomeno essere guidato da un senso di superiorità e deve evitare ad ogni costo di vendere false speranze.
Un vero attivista umanitario è colui che è in grado di fare la differenza nella vita degli altri. Mostra rispetto verso le varie sensibilità culturali, agisce in modo equilibrato in base alla consapevolezza della propria responsabilità morale, è in grado di leggere adeguatamente il contesto politico ed ha il coraggio necessario per prendere una posizione contro chi è responsabile della guerra e di altre tragedie collettive.
Molto probabilmente la foto di quel bambino siriano con il secchio pieno di sassi ha fatto il giro dei social, deliziando l’ego di molti “attivisti” da tastiera.
Ma è ancora più probabile che quel bambino abbia ancora fame e aspetti ancora il suo salvatore.
(Romana Rubeo ha contribuito alla stesura di questo articolo)
– IL LATO OSCURO DELL’ATTIVISMO DA TASTIERA – Frontierenews.it.
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